Il diamante del Granduca

diamante il fiorentino - Paolo Penko

diamante il fiorentino - Paolo PenkoCorreva l’anno 1601 quando Ferdinando I de’ Medici acquistò un grosso diamante e lo affidò per la successiva lavorazione ancora grezzo al “diamantaro” Pompeo Studendoli, un artigiano veneziano che risiedeva e operava a Firenze e che lo lavorò per un lungo periodo, sino al 1615. Il risultato fu uno splendido gioiello a forma di mandorla di color giallo citrino, incastonato in una sfarzosa montatura serpentinata, impreziosita da centottantadue piccoli diamanti.

Il figlio, il Granduca Cosimo II, omaggiò la sua sposa, Maria Maddalena von Habsburg, proprio con il prezioso manufatto. Il gioiello era considerato uno dei più grandi del mondo, purtroppo però se ne sono perse le tracce nella prima metà del Novecento, ma compare in alcuni celebri ritratti dell’Arciduchessa, fra cui quello di Valore e Domenico Casini del 1619, esposto nella mostra del Museo di Palazzo Medici Riccardi “Il Fiorentino. Il Gran Diamante di Toscana” e proveniente dalle Gallerie degli Uffizi.

Il prezioso gioiello, simbolo di bellezza e potere, rimase in mano medicea sino al passaggio della Toscana ai Lorena, che fecero il loro ingresso a Firenze nel 1739.

La mostra di Palazzo Medici Riccardi, visitabile fino al 26 gennaio 2022, si svolge partendo da una straordinaria riproduzione in zirconia cubica del gioiello mediceo realizzato nel 2021 dalla bottega artigiana orafa del Maestro Paolo Penko, che ha ricreato, per la prima volta al mondo, la preziosa montatura serpentinata, incastonandola con lo stesso numero di diamanti dell’originale, valorizzando allo stesso tempo il mondo, il lavoro e la grande sapienza dell’artigianato artistico fiorentino.

L’esposizione attuale è la seconda del ciclo “Cammei”, piccola ma oltremodo preziosa, sia per la splendida riproduzione contemporanea del bellissimo diamante, sia per la ricostruzione delle vicende che lo videro protagonista, rievocate da documenti originali di estremo valore e significato. Si annoverano infatti fra questi reperti l’inventario che l’Elettrice Palatina fece redigere il 10 marzo 1740 delle “Gioie della sua Casa unite allo Stato di Toscana”, proveniente dall’Archivio di Stato; la lettera al Granduca Francesco I del 6 giugno 1579, quando l’acquisto del diamante fu proposto per la prima volta ai Medici; la rappresentazione grafica del “Gran Diamante del Serenissimo Granduca di Toscana” del XVII secolo dalla Biblioteca Marucelliana; la tavola a stampa presente nei “Sunti del Tarpato” del 1740, proveniente dall’Accademia Toscana di Scienze e Lettere La Colombaria, un’opera di Andrea da Verrazzano e unica raffigurazione attualmente nota del diamante sia in forma grezza sia sfaccettata.

Viene così narrato un affascinante capitolo della storia medicea, dipanantesi dal ritratto del Granduca Cosimo II, appena restaurato, che, insieme ad altri ritratti medicei, trova posto nelle sale del Museo e appartiene alle Gallerie degli Uffizi: si tratta dell’effigie di “Cosimo II Medici”, dipinto da Domenico e Valore Casini. Il recente intervento celebra l’anniversario di morte di Cosimo II, che cade nell’anno 2021, e si inserisce nell’ambito dei restauri su tutta le serie dei ritratti medicei, che hanno riportato a nuova vita le vivaci cromie originali, restituendo ai dipinti il tono celebrativo che li caratterizzavano.

https://youtu.be/HSkDM1_KeFY