Mostre: “Il regno della purezza”. Il Tibet nella pittura di Han Yuchen

Olio su tela di Han Yuchen

Olio su tela di Han YuchenPalazzo Medici Riccardi, a Firenze, dal 5 al 28 luglio 2019, ospita ‘Il regno della purezza. Il Tibet nella pittura di Han Yuchen’, la prima personale in Italia dell’artista cinese Han Yuchen, curata da Cristina Acidini, ideata da Xiuzhong Zhang, promossa e organizzata dalla Zhong Art International, con la collaborazione dell’Accademia delle Arti del Disegno, dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e della China National Academy of Painting, con i patrocini del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Toscana, del Comune di Firenze, della Città Metropolitana e del Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese in Firenze, e con il sostegno di Confindustria Firenze, Fondazione Romualdo del Bianco e Life Beyond Tourism.

La mostra è stata presentata giovedì 4 luglio nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi, dall’assessore alla Cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi, da Cristina Acidini, curatrice dell’esposizione, Vincenzo Vaccaro, autore di uno dei saggi del catalogo, alla presenza dell’artista.

In occasione della mostra è stato pubblicato da Mandragora il catalogo che oltre alle opere esposte ne presenta altre sempre relative al rapporto dell’artista con il Tibet. “Negli anni della globalizzazione – scrive nell’introduzione il Sindaco Dario Nardella – registriamo come la Cina e i suoi artisti abbiano sviluppato la capacità di fare dialogare l’originalità delle loro tradizioni culturali con quelle degli altri Paesi. E’ un dialogo intercontinentale che i mezzi di comunicazione e i viaggio hanno reso più fluido e imponente”.

“I personaggi ritratti da Han Yuchen – osserva Tommaso Sacchi – in bilico tra la disperazione e il suo contrario, costellano paessagi sterminati e desolati e allo stesso tempo terribilmente rincuoranti, puri. Emerge una spiritualità densissima che pervade ogni dettaglio”.

Nato nel 1954 a Jilin, nella provincia di Jilin, Han Yuchen si è formato all’Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino. La mostra di Palazzo Medici Riccardi offre una selezione molto accurata dei suoi quadri, ventiquattro in tutto, che rispecchia solo in parte la sua ampia e varia attività artistica. Poeta oltre che pittore, si inserisce nella linea tradizionale della pittura d’inchiostri su carta e della calligrafia secondo l’uso antico. Con altrettanta sicurezza, si è impadronito della tecnica più rappresentativa dell’arte occidentale, la pittura a olio, esercitandosi nel ritrarre i compagni di lavoro nel periodo più tormentato della sua vita.
Nonostante il suo talento precoce, circostanze avverse lo hanno tenuto lontano dall’arte, a causa della difficile posizione della famiglia, giudicata “controrivoluzionaria”. Costretto in gioventù a lavorare duramente, Han Yuchen ha avuto successo come imprenditore e questo ha fatto sì che potesse riprendere e dedicarsi con continuità a quella vocazione artistica che maturò fin dalla sua prima visita allo studio del famoso pittore Zhang Wenxin, a Pechino.
Han Yuchen è stato deputato del X, XI e XII Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, ed e` anche membro della China Artists Association oltre che ricercatore nominato dalla China National Academy of Painting, Professore Onorario all’Accademia di Belle Arti Russa.
Nel 2018 ha partecipato ad un’importante rassegna di pittura a olio cinese, curata da Claudio Strinati e ospitata nell’ala Brasini del Complesso del Vittoriano a Roma, presentando Sangzhu al lago sacro, opera del 2011 che sarà esposta anche nella mostra a Palazzo Medici Riccardi.

Al centro dell’esposizione fiorentina è il Tibet, con i suoi paesaggi mozzafiato, i monasteri spettacolari, le montagne altissime, le antiche citta` perdute, la sua cultura millenaria e i suoi abitanti. Il Tibet ha sempre esercitato un fascino profondo su Han Yuchen che ne conosce profondamente tutti i luoghi. Negli ultimi dieci anni, ha attraversato, sia in estate che in inverno, gli altipiani e le vallate ai piedi delle montagne più alte del mondo, vivendo in tende, soggiornando con famiglie tibetane e visitando i pascoli. E questa intima familiarità emerge con forza in questa rassegna. Han Yuchen identifica in questa regione, innevata e mistica, il regno di una “purezza”, riposta nel candore fisico e spirituale. “I tibetani sono gente modesta e tenace” racconta l’artista.
“I loro occhi sono pieni di gentilezza…La bellezza del Tibet sta proprio nella sua gente che vive felicemente e in maniera pacifica, ma in maniera intensa e passionale. La loro felicita` mi commuove, per cui attraverso la mia arte cerco di portare altra gioia alle persone”.
L’osservazione ravvicinata dei dipinti di Han Yuchen ci rivela una pittura a olio materica, fatta di pennellate piccole, ma corpose e decise, quando costruisce le figure dalle carni sode e dagli abiti spessi mentre per il paesaggio, protagonista al pari degli esseri viventi, nella sua opera, riserva ampie stesure, tenute sottotono con leggerezza. I dipinti sono in stretto rapporto con l’attività di fotografo dell’artista, che col mezzo fotografico seleziona e prepara le sue inquadrature, collegandosi anche alla sua esperienza di calligrafo per il senso armonioso del ritmo compositivo.

Non è un caso che questa mostra si tenga a Firenze, in Toscana, dove il nome stesso del Tibet risveglia gli echi di un interesse appassionato e duraturo che si è espresso e continua a esprimersi nei musei e nelle attività culturali. Nel Settecento, a Pistoia, il gesuita Ippolito Desideri, considerato il primo tibetologo in Occidente, accolto dal sovrano Lajang Khan durante un pionieristico soggiorno da missionario in Tibet, aprì la strada a numerose successive spedizioni italiane. A Firenze, nella sezione di antropologia ed etnologia del Museo universitario di storia naturale, fondato nel 1869 dall’antropologo Paolo Mantegazza, sono esposti rari oggetti liturgici tibetani mentre nel Gabinetto G. P. Vieusseux esiste un polo straordinario di documentazione fotografica e letteraria sul Tibet, grazie all’archivio di Fosco Maraini, che iniziò nel segno del Tibet la sua attività instancabile di orientalista.

Zhong Art International opera dal 2013 con il duplice obiettivo di diffondere in Italia il patrimonio artistico cinese, sia tradizionale che contemporaneo, e favorire al contempo la diffusione della cultura italiana in Cina, in una logica di scambio e reciprocità tra due paesi geograficamente lontani ma vicini nello spirito. A partire dalle sedi operative di Firenze e Beijing si dedica a tutte quelle attività che possono creare un ponte culturale tra Italia e Cina, attraverso progetti e collaborazioni che uniscono realtà simili.
Segue con professionalità e accuratezza l’intero processo di una mostra d’arte, dall’individuazione del tema all’allestimento finale. Grazie a Zhong Art International, importanti artisti cinesi contemporanei hanno esposto in Italia, e molti artisti italiani ed europei sono stati promossi in Cina, attraverso l’organizzazione di mostre personali o mediante la loro partecipazione a importanti eventi quali biennali o rassegne collettive.
Forti di questa esperienza e della partnership con importanti istituzioni come i Ministeri della Cultura e degli Affari Esteri cinesi, le ambasciate in Cina e in Italia, musei, Università ed Accademie promuove inoltre la cooperazione strategica e commerciale tra i due paesi.

Il regno della purezza
Il Tibet nella pittura di Han Yuchen
a cura di Cristina Acidini
ideazione di Xiuzhong Zhang

Firenze, Palazzo Medici Riccardi
5 – 28 luglio 2019
orario mostra: dalle 10:00 fino alle 18:00 ultimo ingresso alle 17:30 | mercoledì chiuso
Tel. +39 055268308 +39 3272183721 | info@zhongart.it | www.zhongart.it