Enrique Martínez Celaya al Museo Marino Marini

Enrique Martínez Celaya al Museo Marino Marini

“Guardare e aspettare” è il titolo della mostra proposta al Museo Marino Marini fino al 29 maggio 2023

E’ la prima esposizione in Italia e a Firenze dell’artista cubano Enrique Martínez Celaya, che ora risiede a Los Angeles. Nasce come pittore, nell’arco di trent’anni di pratica artistica ha sperimentato anche la scultura, la fotografia, il video e la scrittura, indagando nei vari media le relazioni fondamentali tra l’uomo e il mondo. E’ un fisico ed ingegnere elettronico, è titolare di brevetti di dispositivi laser, ha una propria casa editrice, ha numerosissimi incarichi accademici. Nel 1997 è stato insignito del premio Art Here and Now dal Los Angeles County Museum of Art. I lavori presentati a Firenze sono dieci sculture selezionate degli anni 2005-2023 e due dipinti; sono principalmente incentrati sul tema dell’adolescenza ed esposti nella cripta del museo, un luogo particolarmente affascinante. Sono opere in dialogo con quelle di Marino Marini, conservate nella collezione permanente del museo a lui dedicato e che si può definire un museo-laboratorio. Quelle di Martínez Celaya non sono installazioni “site-specific”, tuttavia si integrano armoniosamente con lo spirito del luogo. E’ un percorso tematico con una serie di stazioni, i contesti delle opere costituiscono narrazioni frammentarie cariche di ambiguità. C’è un connubio fra questi lavori e lo spettatore, l’interpretazione si colloca a metà fra l’artista e l’osservatore. Guardare e aspettare non pare più dunque soltanto il titolo della mostra, ma suggerisce un atteggiamento da parte dello spettatore, che deve prendersi tutto il tempo affinché l’opera, da ermetica qual è, diventi esplicita, superando l’impressione di estraneità e resistenza che a prima vista suscita. Nel linguaggio artistico di Martínez Celaya quelli che si presentano come parte di un immaginario semplice, sono elementi stranianti, che provocano un’esperienza più profonda, opaca e instabile. La narrazione si svolge per passaggi enigmatici.

Alcune opere spiccano particolarmente nella loro complessità strutturale e per l’impatto emotivo che generano nello spettatore: un cervo appeso dentro una specie di gabbia metallica sul cui corpo in fiberglass bianco è visibile una frase di Eliot scritta a mano sulla precarietà dell’esistenza. Un’altra opera è una vera uccelliera metallica che ospita la statua di un ragazzo dall’aria contrita e lo sguardo rivolto a terra; avvicinandosi si scopre che anch’esso è costruito come un’uccelliera. Una terza opera attrae magneticamente: si tratta di una figura nera seduta definita in legno bruciato, con una pelliccia d’orso che le ricopre la schiena.

Attraverso la scultura Martínez Celaya esplora concetti personali ed intimi, che caratterizzano il percorso emotivo della vita, come la memoria, la perdita, la vulnerabilità e la forza d’animo, l’effimero e la speranza.

museomarinomarini.it

Photo credits:

Stefano Maniero

Davis & Co Press Office