Arturo Checchi. La scoperta del Disegno

Checchi - i bovi 1916

Checchi - i bovi 1916I disegni di Arturo Checchi arrivano immediatamente nella loro integrità, senza ipocrisia o mediazione, nella loro purezza e forza. Nel cinquantesimo anniversario della sua morte, la Fondazione Montanelli Bassi propone una mostra, patrocinata dal Comune di Fucecchio, visitabile dal 6 novembre al 6 gennaio dell’anno prossimo nel cinquecentesco Palazzo della Volta, sede della Fondazione. L’iniziativa rientra nell’ambito delle celebrazioni che prevedono mostre ed eventi nelle città in cui l’artista ha vissuto e dove ha avuto modo di esporre durante la sua lunga e intensa vita, Fucecchio, Firenze, Perugia, Roma e vede anche la collaborazione del Liceo Arturo Checchi di Fucecchio: un gruppo di studenti infatti verrà formato per poter poi fare da guida alle scuole che intenderanno visitare l’esposizione.

La mostra è composta da venti disegni originali, trentatré acqueforti, quattro dipinti, oltre a una selezione dei “Taccuini”, disegni e bozzetti eseguiti dall’artista su supporti cartacei improvvisati, che ripercorrono le fasi di una attività incessante, nitida e precisa. A corredo dell’esposizione è presente un apparato multimediale, ossia una proiezione di immagini delle opere collegate ai brani tratti da “La mia lunga giovinezza”, diario che rivela la passione artistica e il legame col luogo natio, Fucecchio; qui impara a conoscere, tramite le riproduzioni ottocentesche, l’arte rinascimentale. Dopo gli iniziali insegnamenti del suo maestro Torello Bandinelli a Fucecchio, Arturo Checchi frequenta l’Accademia di Belle Arti a Firenze, dove entra in contatto con personalità e opere per lui determinanti, i Macchiaioli e Giovanni Fattori. Tuttavia l’artista conosce anche il Simbolismo, presente a Firenze con Adolf von Hildebrand, Arnold Böcklin e le opere della Villa I Tatti, gli Impressionisti e i Post-Impressionisti, diffusi grazie a collezionisti come Charles Loeser e Gustavo Sforni e a varie esposizioni. E non si può dimenticare il suo viaggio in Germania tra il 1911 e il 1913, dove sicuramente è entrato in contatto con gli Espressionisti e la moderna pittura dei Fauves, irrompenti proprio in quegli anni. Le sue prime presenze alle Mostre Promotrici Fiorentine evidenziano già il suo tratto tipico ed originale, sintesi delle varie influenze assimilate.

Successivamente arrivano le partecipazioni alle grandi mostre, come le Biennali di Venezia e la Quadriennale Romana, le numerosissime personali, in Italia e all’estero, sia con la pittura che con la grafica, oltre ad alcune rare interessanti sculture. Dal punto di vista artistico, se l’infanzia e la giovinezza erano state dedicate a Fucecchio, gli ultimi anni della sua vita li dedica a ritrarre i soggetti più amati della sua maturità: Perugia – dove aveva incontrato la modella e compagna di vita Zena Fettucciari, anch’essa pittrice – allievi, amici, familiari, marine versiliane, finestre e gli immancabili animali.

Arturo Checchi lascia la moglie, i suoi luoghi e i suoi mondi il 24 dicembre 1971.

“Da quel periodo felice del mio amore per il ‘Segno’, credo di non aver mai fatto scivolar via un solo giorno della mia vita senza disegnare: sui fogli a portata di mano, sui giornali, e perfino sui programmi dei concerti.” Arturo Checchi

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