Appalti pubblici. Accordo Metrocittà Firenze e Sindacati

Accordo Metrocittà Firenze - Sindacati

Il Sindaco Nardella, il consigliere Semplici e i tre responsabili dei Sindacati

Il Sindaco della Città Metropolitana di Firenze Dario Nardella, il consigliere della Metrocittà delegato al Lavoro Marco Semplici, Paola Galgani e Bernardo Marasco (Camera del Lavoro), Paola Vecchiarino (Uil) e Roberto Pistonina (Cisl), hanno illustrato stamani i contenuti di un protocollo d’intesa tra Città Metropolitana e organizzazioni sindacali territoriali Cgil Cisl e Uil di Firenze in materia di appalti pubblici, concessioni di lavori, forniture e servizi.
L’accordo è stato approvato dal Consiglio della Città Metropolitana.
Con l’intesa approvata Metrocittà e sindacati si propongono di contrastare il ricorso al lavoro non di qualità, non rispettoso delle applicazioni dei contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali di lavoro firmati dalle associazioni datoriali e dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, oltre al rispetto e alla piena applicazione delle leggi in materia di lavoro e di salute e sicurezza come deterrente per la criminalità organizzata dal condizionare l’economia legale e del territorio e come incentivo ad un lavoro più sicuro.
Verrà instaurato un sistema di consultazioni continue tra l’amministrazione ed i sindacati per analizzare la programmazione degli appalti e valutare l’andamento degli appalti stessi nell’anno precedente.
Tra i principi fissati da protocollo vi è la clausola sociale (art. 50 codice dei contratti), l’applicazione per i lavoratori dei contratti collettivi di settore, il privilegio per l’offerta economicamente più vantaggiosa rispetto al criterio del prezzo più basso, una premialità per le imprese iscritte nella white list della prefettura (rating di legalità), l’applicazione dell’art. 30 del Codice dei contratti (l’amministrazione può sostituire all’impresa inadempiente nel pagare gli stipendi dei lavoratori), il contrasto al lavoro irregolare con i controlli fatti anche per mezzo della cassa edile prima di effettuare i pagamenti”.
La giurisprudenza di riferimento è in particolare data dal ‘Codice dei contratti pubblici’, intervenuto proprio per disciplinare gli interventi di contrasto all’illegalità delle procedure e delle attività oggetto di appalti pubblici, e la legge 6 novembre 2012, n. 190, recante ‘Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione’ che stabilisce che le stazioni appaltanti possono prevedere negli avvisi, bandi di gara o lettere di invito, che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità costituisce causa di esclusione dalla gara. (mb)

Foto di Antonello Serino (Ufficio Stampa – Redazione di Met)

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