“La città plurale” di don Momigli in Palazzo Medici Riccardi

Città Plurale

Martedì 16 gennaio 2018, alle ore 17, presso la Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze in via Cavour 1, sarà presentato il libro “La città plurale. Immigrazione, interazione, unità civica”, scritto da don Giovanni Momigli (Tau Editrice). Saranno presenti, oltre all’autore, il Sindaco di Firenze e della Città Metropolitana, Antonio Maria Baggio (ordinario di Filosofia politica presso l’Istituto Universitario Sophia), Luca Diotallevi (ordinario di Sociologia presso l’Università Roma Tre), Izzeddin Elzir (imam di Firenze e presidente Ucoii). Modera l’incontro Gianni Bianco, giornalista del Tg3. Sarà presente il cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze.

“Le città, oggi, ben riflettono le grandi e rapide trasformazioni che caratterizzano la fase storica che stiamo vivendo e la stessa condizione di pluralità nella quale siamo immersi e con la quale siamo chiamati a confrontarci e interagire: pluralità di soggetti; diversità dei riferimenti valoriali; molteplicità di culture; differenziazione delle esperienze religiose; vasti flussi migratori di persone e famiglie; costante destrutturazione e delegittimazione delle istituzioni a vantaggio dell’individuo; concatenazioni sempre più forti ed evidenti, che da tempo non riguardano più soltanto la dimensione economico-finanziaria e quella delle comunicazioni, ma che avvolgono ogni ambito del vivere.
In questo contesto, basandosi su un’esperienza effettivamente fatta agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, in un piccolo paese alle porte di Firenze, l’autore individua un modello o più opportunamente, «un principio operativo, mosso e sostenuto da logiche deduttive, induttive e associative, che si interrogano e interagiscono virtuosamente. Un modello che àncora l’intera vicenda migratoria ad alcuni valori chiave e la colloca nell’ambito di una visione complessiva di società, che si basa su tre pilastri portanti – la plurietnicità, la multireligiosità, l’interculturalità – e che si declina assumendo l’interazione come orientamento di fondo e come modalità operativa”.